Sport o Musica? La scelta che cambiò la mia vita

Voglio raccontarti una storia vera, la mia storia, la storia di un bambino che mai avrebbe immaginato di fare ciò che fa.

Una scuola di musica vicino casa

Avevo poco meno di otto anni e frequentavo la terza elementare in una pluriclasse di otto bambini nel mio paese, un piccolo borgo con meno di cento abitanti.

Quella mattina vennero in classe due persone che non sapevano avrebbero cambiato totalmente la mia vita.

Erano due giovani musicisti appena diplomati in conservatorio che stavano aprendo una piccola scuola di musica.

All’inizio non mostrai interesse per le loro parole e le loro proposte ma vidi che i miei compagni di classe erano felicissimi di poter iniziare un corso di musica.

Perchè ascoltare i capricci di un bambino che vuole studiare musica

Così, ad ora di pranzo, tornai a casa e chiesi a mia madre di potermi iscrivere anche io ai loro corsi.

La risposta di mia madre fu chiarissima: “No! O fai ciclismo oppure studi musica”.

Esitai un pochino ma poi andai via anche piuttosto arrabbiato. Non tanto per il fatto che nutrissi un interesse particolare per la musica ma per via del rifiuto categorico di mia madre.

La sua risposta, in realtà, derivava dal fatto che all’epoca fossi un bambino piuttosto in carne per cui, frequentare una squadra di ciclismo avrebbe fatto bene al mio sovrappeso.

La Musica può aiutare più dello Sport

sassofono su un pianoforte

La mia pigrizia fisica, tuttavia, ebbe la meglio su tutto e tornai alla carica con mia madre, sfruttando anche la “generosità” di mio padre, il quale difficilmente diceva di no sia a me che a mia sorella.

Tornai dicendole se potevo studiare musica e lei mi ripetè: “No! O fai ciclismo o suoni”!

E io, pensando di poter suonare lo strumento da seduto e senza dover pedalare, le risposi che avrei preferito imparare a suonare!

Così inizio la mia carriera musicale!

 

Studiare Musica con i vecchi metodi di insegnamento

I vecchi metodi d’insegnamento, però, a differenza di quelli moderni, si basavano sul linguaggio dei ceffoni e di una serie di sostantivi tra cui “asino”, “ciuccio” e simili.

Tanto che nell’arco di pochi mesi quasi tutti i miei compagni di classe smisero di suonare.

Anzi no, non smisero di suonare, smisero di solfeggiare!!!

Sì, perché all’epoca, secondo i docenti del tempo, se volevi suonare dovevi prima di tutto fare almeno un anno di solfeggio.

Non è difficile capire perché tutti i bambini si allontanarono dalla musica! Il solfeggio è noioso!

La testardaggine, che è uno dei tratti caratteriali che più mi rappresenta e che ha sempre guidato le mie scelte di vita, mi aiutò nel proseguire quel percorso.

La scelta dello strumento musicale

Non potevo mollare, e così dopo circa un anno di solfeggio, andai con mio padre in un negozio di strumenti musicali per acquistare un sassofono contralto.

Sì, perché i due insegnanti che c’erano suonavano uno il sassofono e l’altro il clarinetto, per cui o quelli o niente!

Iniziai a suonare il sassofono e ad assaporare la bellezza della musica.

Iniziai a suonare anche insieme a mio padre che suonava per diletto il sax.

Serate passate insieme a trascrivere su foglietti di carta (a quadretti e non pentagrammati) le note di alcune canzoni famose (per mio padre, perché io non le conoscevo) e ad ascoltare le musicassette di Fausto Papetti, per il quale mio padre impazziva!

La musica d’insieme come forma di socializzazione

Metodo Montessori

Neanche un anno dopo mi ritrovai a suonare nella banda del paese che non era certamente uno dei luoghi culturalmente e musicalmente più evoluti, ma fu una grande esperienza di vita che mi fece avvicinare sempre di più alla musica; non furono però gli anni in banda a farmi intraprendere la carriera musicale, ma un’altra fortuita coincidenza!

 

 

 

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