Angelo Badalamenti, compositore statunitense di origini italiane.

Gli esordi.

Di chiare origini siciliane il celebre compositore Angelo Badalamenti è nato nel 1937 nell’americanissima Brooklyn (New York) e lì ha mosso i primi passi come musicista. Di origini siciliane, i suoi genitori venivano da Cinisi in provincia di Palermo, da giovanissimo si appassiona allo studio del pianoforte che ben presto lo porterà ad esibirsi nei club newyorkesi. Badalamenti studia molto la musica e ben presto negli studi si afferma come studente modello fino ad ottenere l’ambito master in composizione alla Manhattan School Of Music.  Angelo Badalamenti da giovane ha composto le colonne sonore dei film: Gordon’s War del 1973 diretto da Ossie Davis e Law and disorder del 1974 diretto da Ivan Passer.

Angelo Badalamenti

Il grande successo : il film Blue Velvet.

 Il successo, quello vero, giunse quando, nel 1986, fu chiamato come “coach vocale” dell’attrice Isabella Rossellini, figlia del regista Roberto Rossellini e dell’attrice Ingrid Bergman. Isabella Rossellini doveva interpretare il brano Blue Velvet del film Blue Velvet del regista David Lynch. Da quel momento iniziò una lunghissima simbiosi artistica tra il regista ed il compositore italo americano.  Negli anni della loro lunga collaborazione, i due s’influenzeranno a vicenda, si contaminarono l’un l’altro, fino a plasmare, pur in maniera non sempre omogenea, un’alchimia iconica, seconda per importanza solo a quelle creatisi tra il regista Sergio Leone ed il Maestro Ennio Morricone e tra Federico Fellini e il celebre compositore Nino Rota.

Misteries of Love.

Blue Velvet fu un brano che, poiché si rifaceva rifaceva ad una cover di un brano americano, non potè essere inserita nel film e il regista David Lynch chiese a Badalamenti di scrivere un brano originale.  Nacque la canzone “Mysteries of Love“; furono  utilizzati i testi scritti da Lynch e la musica, appunto di Badalamenti. Successivamente al compositore venne affidata la composizione dell’intera colonna sonora del film Blue Velvet ed anche la supervisione musicale.

La serie cult : Twin Peaks.

La più riuscita collaborazione tra Angelo Badalamenti e David Lynch fu per la scrittura della colonna sonora della serie televisiva cult del 1990, Twin Peaks, con la voce di Julee Cruise, cantante e attrice statunitense. La musica di Twin Peaks ha fatto conoscere il genio del compositore in tutto il mondo. Attraverso le sue composizioni il tema musicale di Twin Peaks così originale e perfettamente calzante, identifica in  tutto lo stile e la stessa atmosfera della serie tv. Per la colonna sonora della serie televisiva, Badalamenti è stato insignito del Grammy Award per la migliore performance strumentale pop. Il successo del progetto sarà immediato, mondiale, e persino intergenerazionale, e lo status di cult, sia del telefilm che delle musiche, diverrà autentica mitologia.

Laura Palmer’s Theme.

Il Laura Palmer’s Theme è una composizione grandiosa nel modo in cui si sviluppa a partire dalla semplice ripetizione di una figurazione in tonalità minore per poi diventare triste e romantica e infine risolversi nuovamente in tonalità minore. E’ perfetta perché a ogni nuova scoperta riguardante l’omicidio riesce a seguire un sentiero che va prima dal mistero alla bellezza, poi dalla tristezza fino a ritornare nell’oscurità. Costretto dai produttori a chiuderla anzitempo, Lynch si metterà subito al lavoro su un mastodontico progetto di trasposizione filmica, da articolare in una trilogia di tre pellicole. Vedrà la luce solo la prima, Twin Peaks: Fire Walk With Me del 1992.

Le Olimpiadi di Barcellona.

Badalamenti ha anche lavorato alla colonna sonora del videogioco Fahrenheit noto come Indigo Prophecy in Nord America. Il genio italo americano è stato anche compositore per il regista Paul Schrader in film come Auto Focus , The Comfort of Strangers e Dominion: Prequel to the Exorcist . Badalamenti ha composto il tema di apertura delle Olimpiadi estive del 1992 a Barcellona .

Il tributo a George Gershwin insieme al cantautore David Bowie.

Nel 1998, Badalamenti ha registrato il brano David Bowie per la compilation della Red Hot Organization Red Hot + Rhapsody, un tributo a George Gershwin, che ha raccolto fondi per vari enti di beneficenza dedicati ad aumentare la consapevolezza sull’AIDS e combattere la malattia. Badalamenti ha ricevuto il premio alla carriera ai World Soundtrack Awards nel 2008.  Il 23 luglio 2011, l’American Society of Composers, Authors and Publishers ha consegnato a Badalamenti il ​​premio Henry Mancini per i suoi successi nella musica per film e televisione. 

La continua collaborazione con David Lynch.

La simbiosi tra Badalamenti e Lynch riprende nel 1999 per il film  The Straight Story, per continuare nel 2001 in  Mulholland Drive, ultima grande collaborazione tra i due. Mulholland Drive è la score più inquietante dai tempi di Blue Velvet, un nuovo free-form orchestrale, con l’orchestra City Of Prague, in grado di amplificarne il sentimento di angoscia e mistero.

Twin Peaks: The return.

Il grande fermento dei fan di Twin Peaks e la loro grande richiesta ha dilagato al punto da spingere il regista a continuare la storia interrotta due decenni prima, chiamando ancora a sé Badalamenti, e rispolverando lo stesso metodo di composizione a due: Lynch a spiegare la scena, il maestro a rispondere di conseguenza. Esce nelle sale cinematografiche, nel 2017, Twin Peaks: The Return , un revival del 2017 della serie televisiva Twin Peaks.

Uno spirito creativo al servizio delle emozioni.

In Badalamenti coesistono il pianista classico, l’arrangiatore, il direttore d’orchestra, e il leader di ensemble jazz.  Badalamenti, dunque, è ormai diventato un’anima, più che un freddo modello teorico, una sorta d’ologramma che si frappone tra ispirazione e realizzazione nello spirito creativo degli artisti più atmosferici. La sua arte musicale è un’arte che, per definizione, sintetizza. Anzitutto in senso letterale, non per niente affidata ammiccante e vellutata a uno strumento che dice tutto nel nome, il sintetizzatore.

La fusione di vari stili musicali è la chiave del grande successo.

Quindi in senso latamente artistico, quando raggruppa e talvolta interseca stilemi antichi e nuovi, dal contrappunto seicentesco al paesaggio sonoro del novecento, al free-jazz, dalla musica da camera all’ambient, al minimalismo. E, infine, è in grado di sintetizzare i termini del linguaggio musicale, un po’ accarezzandoli e un po’ scompaginandoli, per trovare la scorciatoia più diretta al cuore dell’ascolto. Diversi brani di Badalamenti costituirebbero un modello eccellente in una lezione di educazione musicale o di educazione all’ascolto. Non una forma di recupero della musica di consumo, ma una sua elevazione spirituale a totem emotivo.

Il genio di Badalamenti “rapisce” anche altri registi.

Molto meno nota, e in generale meno caratteristica, è la produzione di Badalamenti per il cinema al di fuori di Lynch. In pratica, solo due registi captano e fanno propria la medesima forza atmosferica che il maestro ha cristallizzato nella sua opera per il cineasta del Montana, per cercare di personalizzarla ed espanderla: Paul Schrader e Jean-Pierre Jeunet.
Per il primo vale soprattutto Comfort Of Strangers  del 1990, una sorta di concerto grosso per orchestra e strumenti “desertici”, di certo debitrice dello stesso Blue Velvet, ma in parte influenzata anche dal Sakamoto di “Sheltering Sky”. L’altro tentativo, Witch Hunt del 1994, dipinta da sintetizzatori strappalacrime e jazz fumoso.

Il capolavoro Jeunet, City Of Lost Children.

Ma l’operazione più audace sta nel capolavoro di Jean-Pierre Jeunet, City Of Lost Children del 1995, una memorabile escursione di magia e grazia, immersa in un particolarismo timbrico alla Morricone, che spazia dall’organetto in tempo di valzer, alle cadenze lente di arpa e fiati, a nuove sperimentazioni sui lineamenti delle tastiere elettroniche.



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