Lezioni di batteria
“Tagliati i capelli, togliti l’orecchino e levati gli anfibi per la prossima volta, altrimenti non ti faccio più lezione”.
Così esordì l’insegnante di batteria.
Avrei voluto mandarlo a quel paese, ma l’ambiente era accogliente, l’idea di intraprendere un mondo che non conoscevo e, forse, anche l’idea di poter raccontare agli altri che stavo prendendo lezioni di batteria da uno “che suonava in televisione”, mi spinsero a restare.
Mi accorsi sin da subito di quante lacune avessi in ambito musicale e tutte le mie poche certezze vennero a mancare in meno di un’ora.
Era tutto da rifare. Dovevo ripartire da zero.
Fare il musicista
Tuttavia, uscii dal pub interrato al centro di L’Aquila e dissi a mio padre che mi aspettava in macchina: “papà, voglio fare il musicista”!
Lui sorridendo mi disse: “sì, sì, intanto vatti a finire i compiti quando torniamo a casa che domani devi andare a scuola”!
Ci rimasi male: mio padre non credeva in me!
Scoprii anni dopo che non era così e che le sue erano solo normali preoccupazioni da genitore.
Lo studio della musica in conservatorio
Mi gettai a capofitto nello studio della musica e delle percussioni.
Entrai in conservatorio, iniziai a studiare per 8/10 ore al giorno senza sentire mai la stanchezza.
Avevo deciso che dovevo diventare bravo!
Furono anni molto duri ma più studiavo e più ottenevo risultati.
Il conservatorio non era per me, e non legai molto né con l’ambiente, né con i ragazzi.
Furono anni davvero duri, perchè frequentare la scuola superiore e il conservatorio era molto impegnativo.
Oggi, forse proprio perchè ho sostenuto in prima persona il peso dello studio della musica, cerco sempre di invogliare gli allievi delle mie accademie a vivere la vita come un divertimento.
La musica è come un gioco, come un qualcosa che deve esserci, che deve far parte della loro vita, ma che non deve farli stancare e soffrire come lo è stato per me da ragazzino.
Fortunatamente, i metodi di insegnamento di oggi sono cambiati radicalmente e siamo in grado di affrontare anche lo studio serio della musica in maniera più leggera e spensierata.
Lo studio della musica privatamente
Parlavamo del conservatorio.
Una scuola certamente ben strutturata il conservatorio, ma con tanti “tempi morti” che ti facevano sprecare risorse e denaro inutilmente.
Oggi, dopo oltre vent’anni di insegnamento, sono sempre più convinto che l’insegnamento privato della musica sia la strada migliore da seguire per chiunque.
Le motivazioni sono abbastanza semplici, ma sicuramente reali.
Un dipendente privato è sempre soggetto al controllo di un titolare il quale, se non ritiene valido il tuo lavoro, lascia il posto a qualcuno più volenteroso.
Personalmente, ad oggi, mi è capitato qualche volta di dover rimuovere docenti dalla mia accademia, anche in tempi molto brevi, proprio perché non li ritenevo più sufficiente motivati all’insegnamento.
La prima telefonata che cambiò la mia carriera
Comunque, tornando a quanto vissuto in quegli anni, mi spostai dall’Abruzzo, iniziai a viaggiare, a studiare a Roma, a frequentare gli ambienti musicali romani e, per farla breve,
dopo anni di gavetta un giorno ricevetti la telefonata del M° Michele Vinci che mi chiedeva se potevo sostituirlo in alcuni concerti con il M° Ennio Morricone.