Matrix | La colonna sonora dei film

Matrix è una produzione cinematografica del 1999 il cui nome deriva dal latino matrix appunto, matrice, generatrice di numeri.

Si tratta infatti di una trilogia che continua con altri due film : Matrix reloaded e Matrix revolution.

Matrix | La genesi del film e il grande successo

Matrix è una produzione cinematografica del 1999 il cui nome deriva dal latino matrix appunto, matrice, generatrice di numeri.

Si tratta infatti di una trilogia che continua con altri due film : Matrix reloaded e Matrix revolution.

Il film di fantascienza è stato scritto e diretto dai fratelli Andy e Larry Wachowski.matrix- colonna sonora

Al film sono stati assegnati ben 4 oscar e svariati premi e qualche anno dopo, nel 2012 è stato inserito, per la conservazione, nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti

La Colonna sonora ha uno smaccato accento metal/rock  vi è un gran ridondare  di chitarre elettriche, sequencer che inoltrano rumorismi e attriti metallico-industriali.

Voci distorte e contorte capaci di creare angoscia e panico, stati di tensione che si susseguono durante il film.

Come contraltare il disco “The matrix” ci regala qualche sinuoso pezzo di becera melodia pseudoambient (Rob D), ritmi groovy e talentosi (Propellerheads) e un po’ di sano zeppelismo di maniera (Rage Against the Machine).

E’ un incrocio fortunato di tecnica cinematografica, arti marziali, effetti speciali, sociologia e addirittura filosofia (quasi non si contano i saggi e le tesi di laurea che l’hanno come soggetto) da poterlo considerare oggi, a venti anni di distanza, un film allo stesso tempo generazionale, un cult-movie e infine anche una pietra miliare che avrà le sue cinque righe nei manuali della storia del cinema.

Il successo di pubblico e critica del primo Matrix suggerì alla produzione di creare altri due film, “Matrix Reloaded” e “Matrix Revolution” licenziati a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro. Quattro sono invece i punti di forza inattaccabili del primo Matrix che resterà nella storia del cinema: il product placement, la colonna sonora, la direzione degli attori, la tecnica cinematografica.
Matrix in brevissimo tempo e in tutto il mondo è diventato un brand che, ai tempi, si proliferò in una serie animata (“Animatrix”), gadget, videogiochi eccetera.

colonna sonora matrix

 

Matrix | La colonna sonora : un contenitore di stili targati rigorosamente anni ’90

La colonna sonora entra di diritto tra le eccellenze del film, andando ben al di là della funzione sonorizzante e ricoprendosi di veste documentaria; che si tratti del mix tra hard-rap-funk dei Rage Against The Machine, del trip-hop dei Massive Attack, dell’androginia apocalittica di Marylin Manson o del big-beat di Liam Howlett (leader dei Prodigy).

Volendo osservare un rigoroso ordine cronologico, il primo pezzo identificabile in Matrix (1999) porta la firma dei Massive Attack e proviene dalle cuffie indossate da Neo (Keanu Reeves), in quel momento perso nel mondo dei sogni.

Il protagonista del film si fa cullare da Dissolved Girl, claustrofobica ninna nanna tratta da Mezzanine (1998).

La canzone Rock Is Dead di Mariliyn Manson fa capolino soltanto sui titoli di coda del film, eppure il singolo tratto da Mechanical Animals (1998) sembra il punto di partenza concettualmente più adeguato per avvicinarsi alla colonna sonora del capolavoro a doppia firma Wachowski. Una pellicola che piomba nelle sale all’apice della tensione pre-millennio, quando nell’aria si respira l’inquietudine per un cambiamento percepito come epocale.

È presente anche il Rock industriale dei  Rage Against The Machine.

Le distorsioni di Dragula di Rob Zombie (ritoccata per l’occasione dal visionario Charlie Clouser, ex Nine Inch Nails e autore della colonna sonora di Saw – L’enigmista) sfumano presto nel beat di Mindfields dei Prodigy, traccia inclusa in uno dei dischi più rappresentativi della fusione di due culture agli antipodi come elettronica e rock: The Fat Of The Land. Stando alle scelte delle Wachowski, la parola d’ordine per il nuovo millennio è crossover. Dopo essere stato contattato dalla resistenza, che lotta per l’emancipazione della razza umana soggiogata dalle macchine, l’eletto impara le arti marziali grazie agli insegnamenti di Morpheus (Laurence Fishburne) al ritmo di Leave You Far Behind dei Lunatic Calm, duo inglese attivo dalla metà degli anni ’90 fino al 2003. Il mondo in cui Neo credeva di vivere è in realtà una neuro-simulazione interattiva costruita sul modello della vita nel 1999, così Morpheus lo accompagna in una “simulazione della simulazione” sonorizzata dall’esemplare Clubbed To Death di Rob Dougan. Interessante notare come l’intelaiatura ritmica del brano in questione si basi sullo stesso beat preso in prestito dai Prodigy un anno prima (nel 1994) per Poison: It’s A New Day degli Skull Snaps.  Matrix però ha reso molto popolari anche le canzoni che hanno accompagnato l’odissea di Morpheus, Neo e Trinity.
Una colonna sonora rigorosamente anni ‘90, dal tiro micidiale e dal tasso di acidità altissimo.

Don Davis | Il genio della composizione

Ma il Dominus delle colonne sonore dei film della saga Matrix è certamente Don Davis compositore talentuoso che era già stato segnalato dal Maestro John Williams che lo indicò per la composizione delle musiche di Jurassic Park III. Fu proprio Williams a suggerire Davis per prendere il suo posto, visto che lui era impegnato con l’amico Spielberg in A.I. – Intelligenza artificiale. Compositore di poche partiture, dunque, è Don Davis che, sicuramente, con Matrix ha creato la sua maggiore e più importante opera musicale per il cinema. All’epoca dei film, le sue OST furono in parte offuscate dall’uscita delle soundtracks che contenevano le canzoni e che sembravano riscuotere più successo. L’album per The Matrix aveva una durata irrisoria rispetto a quello allo scoring integrale composto Davis, cosa non inusuale nel panorama discografico delle colonne sonore, e quello di The Matrix Reloaded era diviso in due CD di cui le canzoni ispirate al film ne occupavano la gran parte. In verità, fu solo con lo score di Matrix Revolutions che si diede il giusto spazio alla partitura. Un intero album dedicato alla composizione di Don Davis il quale era riuscito a creare un paesaggio musicale lungo tre film, intrecciato con rimandi motivici e sonorità tipiche, le quali avevano contribuito a rendere Matrix il film cult per eccellenza dell’ultimo decennio dello scorso millennio.
L’opera completa di Matrix infatti deve essere ascoltata in sequenza per poter carpire tutte le sfumature musicali di richiami e riprese che Davis è riuscito a ideare. L’uscita di questo album, The Matrix Symphony, rende giustizia a un’opera a lungo tempo sottovalutata. L’occasione è stata fornita dal concerto a Tenerife che il compositore ha diretto sulle note della famosa trilogia (anche se tra poco si dovrà parlare di quadrilogia).
Il brano iniziale è chiaramente una suite del primo capitolo e riemergono, sfrontati di tutti gli effetti elettronici, gli archi tanto cari a Davis che riesce a innervare la sua musica di muscolari tendenze unite a momenti di grande lirismo. Molte volte gli archi suonano creando qualcosa di veramente forte e stridente ma che presto si rischiara e si abbandona a momenti di trionfo, simbolo della tematica nietzschiana del superuomo che si risveglia e prende il potere sulla realtà (metafora della storia di Neo). Il medesimo discorso si può fare per il secondo brano dove troviamo esposto il tema di Zion eseguito dai fiati uniti a percussioni e il tema d’amore di Neo e Trinity che Davis, in questa suite, è riuscito a mettere insieme; due anime diverse che albergano nella medesima dimensione musicale.colonna sonora - matrix- Don davis

La peculiarità di Davis è stata proprio questa e Matrix Reloaded ne è chiaro esempio; le tematiche musicali ruvide e increspate, che denotano il mondo delle macchine, e la battaglia con esse, si mescola alle calde sonorità sentimentali che nel secondo capitolo, per la prima volta, prendono il sopravvento. Se dunque, nella prima partitura, prevalgono sonorità trionfali e nel secondo quelle sentimentali, nel terzo è la vena epica quella che caratterizza la musica di Davis.

L’epica conclusione è rappresentata da wagneriane reminiscenze e grandiosità che si ergono nel tripudio di archi e fiati che suonano all’unisono creando la parossistica celebrazione della vittoria dell’uomo sulle macchine. Il titolo “Neodammerung” costituisce il crepuscolo di Neo ma, la sua morte, è certamente un sacrificio che viene reso in musica da risonanze epiche caratterizzate dall’uso del coro (che in questa registrazione appare un po’ sottotono), riprese e richiami di atmosfere musicali, grandiose e trionfalistiche.

L’ultimo brano dell’album, un po’ fuori contesto, è una suite della partitura scritta sempre da Davis per il film Warriors of Virtue dove ricompaiono stilemi tipici del compositore ma che certamente non hanno la forza emotiva e musicale della trilogia di Matrix.
Con questo CD si celebra il ventesimo anniversario di una trilogia che è destinata ad allargarsi e, visti gli ultimi tentativi di riprese e reboot, si guarda con timore a quello che potremmo vedere. Non sappiamo se al timone delle musiche tornerà Don Davis, ma certamente questo sarebbe un simbolo di continuità e potrebbe anche renderci meno diffidenti verso questo quarto capitolo. Indubbiamente la partitura di Don Davis per “The Matrix Trilogy” è certamente un’opera degna di ogni lode, ribadisco, troppo a lungo sottovalutata. Il maestro Williams aveva visto qualcosa in questo giovane compositore ed è un peccato che il tempo non gli abbia permesso di spiccare le ali come si deve. Un modo utile per riscoprirlo è senz’altro ascoltare questi brani intarsiati di rimandi, rievocazioni e innovazioni musicali ci mostrano il talento ineccepibile di Don Davis.

Nello scorso articolo ti ho parlato della colonna sonora di Harry Potter

 

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