Arrangiamento – Quali sono i termini di base che bisogna conoscere
Una delle difficoltà maggiori che si riscontra quando si parla di arrangiamento, è la corretta proprietà di linguaggio e l’uniformità dello stesso.
Per questa ragione ho ritenuto opportuno che alcuni termini siano indispensabili da conoscere per chi arrangia e vuole avvicinarsi a questo fanstastico mondo.
Cosa devi sapere sui termini tecnici dell’arrangiamento
La maggior parte dei temini musicali in tutto il mondo, traggono origini dalla nostra lingua, l’italiano!!!
Sì, esatto, in qualsiasi parte del mondo l’indicazione “Presto” riferendosi alla velocità del brano, è indicata appunto, con la dicitura “Presto”.
Ci sono mille ragioni, non ultimo il fatto che la tradizione musicale italiana è ancora oggi particolarmente considerata.
Tuttavia, nell’arrangiamento, la maggior parte dei termini tecnici traggono le loro origini dall’inglese!
Perché i termini tecnici dell’arrangiamento derivano dall’inglese
Innanzitutto, anche qui, perché in Italia non c’è una vera cultura sull’arrangiamento o almeno, fino a qualche decennio fa, non c’era una grande attenzione, purtroppo, nei confronti dell’arrangiamento nonostante abbiamo avuto arrangiatori che adesso rappresentano la musica nel mondo; primo fra tutti il Maestro Ennio Morricone!
Sì, il Maestro già negli anni 60 ha arrangiato moltissimi evergreen, oltre ad aver composto quel brano geniale che è “Se telefonando”, tutto composto con l’utilizzo di sole tre note!!!
Comunque, tornando a noi, per conoscere i termini tecnici dell’arrangiamento dobbiamo ricorrere all’inglese.
Ho stilato una lista di quelli che sono i termini essenziali per comprendere l’argomento “arrangiamento”.
I termini tecnici di base più in uso per l’arrangiamento
- Bridge: la parte che sta tra due parti di un brano, anche chiamata ponte;
- Block chords: una serie di accordi che si muovono secondo le regole delle terze, con una sequenza logica;
- Cadenza: la conclusione armonica o melodica di una frase su cui stiamo lavorando o di una sezione;
- Change: cambio di accordi;
- Close armony: L’armonia a parti strette nelle varie strutture;
- Contro melodia: un tema che accompagna il tema principale;
- Camping: sinonimo di accompagnamento;
- Double time/fill: tempo doppio, è un’indicazione che spesso si mette sulla partitura;
- Double tail: incastro a coda di rondine, è la sovrapposizione delle parti.
- Fill: questo termine può avere due significati, può essere considerato come un riempimento oppure quando la batteria fa una variazione sul tema;
- Ghost notes: sono delle “note fantasma” che vengono suonate più nell’intenzione che non scritte; half time: tempo a metà;
- Passing tone: nota di passaggio;
- Pyramid: arpeggio sostenuto con le entrate una alla volta;
- Shake: movimento fatto dagli ottoni con il bocchino creando una sorta di glissato, portamento, posto tra un’armonica e l’altra;
- Verse: strofa o piccola sezione introduttiva;
- Voice leading: condotta delle voci, può essere utilizzata sia per indicare la sequenza armonica che la voce principale;
- Walking bass: linea di basso, si muove in un pattern di quarti;
- Climax: è il picco, o di una melodia o di un brano, ogni brano deve avere un punto di massima ed un punto di stasi;
- Lead o Lead voice: è la nota principale;
- Lead sheet: spartito generico;
- Doubling: raddoppio;
- Drop: spostamenti delle voci.
In questo articolo ho dato delle informazioni di base su come strutturare un arrangiamento
Compositore e arrangiatore, collabora da oltre vent’anni con artisti tra cui Gino Paoli, Nina Zilli, Red Canzian dei Pooh, Renato Zero, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso e molti altri. Scrive musiche per la RAI dal 2006 e ha orchestrato per la London Symphony Orchestra, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e altre importanti istituzioni.