Arrangiamento – L’importanza delle tensioni armoniche nelle fasi di scrittura
Quando scriviamo un arrangiamento, uno degli elementi da considerare in maniera particolare è l’utilizzo delle tensioni armoniche.
Cosa non sono le tensioni armoniche
Prima di parlare delle tensioni armoniche devo assolutamente parlarti di quelle che non sono tensioni armoniche!
Sembrerà scontato, ma ti assicuro che non è affatto così.
Procediamo con ordine per comprendere meglio di cosa ti sto parlando.
L’accordo dal quale partiremo nel nostro discorso è l’accordo a quattro voci. Se hai necessità di comprendere cos’è un accordo a quattro voci e come si realizza una armonizzazione musicale di un accordo a quattro voci, leggi questo articolo nel quale ho parlato proprio dell’armonizzazione di una scala.
Per semplicità partirò dalla scala di do maggiore e farò riferimento ad essa per spiegarti esattamente cosa sono le tensioni armoniche.
Partendo quindi dalla nota DO e costruendo un accordo a quattro voci su di essa, le note che andranno a comporre tale accordo sono
DO – MI – SOL – SI (o Sib come nel mio esempio)
Queste quattro note, nell’armonia moderna non sono considerate tensioni. Per cui, per essere più sintetici, un accordo a quattro voci composto dalla prima, la terza, la quinta e la settima è un accordo privo di tensione armonica. Nella musica classica, al contrario, l’accordo di settima è invece considerata una tensione.
In ogni caso, sia nel linguaggio che in quello classico la settima rispetta le stesse leggi e va trattata allo stesso modo.
Cosa sono le tensioni armoniche
Assodato ciò che (nella musica moderna) non sono le tensioni armoniche, passiamo a vedere cosa sono le tensioni armoniche e come si comportano.
Le tensioni, quindi, sono le note poste a distanza di una terza, a partire dalla settima dell’accordo e che generano un effetto maggiormente dissonante.
Le tensioni che vengono generate, come puoi vedere anche dall’immagine, sono la 9 (nona), l’11 (undicesima) e la 13 (tredicesima). Ognuna di esse ha le relative alterazioni, quindi b9 (nona bemolle) e #9 (nona diesis), #11 (unidicesima diesis) e b13 (tredicesima bemolle).
Le alterazioni, nella scrittura dell’accordo vanno sempre scritte prima del numero, quindi C7 (#11) e non C7 (11#).
L’importanza delle tensioni armoniche
Nell’utilizzare le tensioni armoniche, naturalmente, capita che vengano generati degli accordi di settima e di nona, sia maggiore che minore.
Cosa vuol dire questo?
Consideriamo queste distanze nel dettaglio:
- DO, prima nota dell’accordo e il SIb ho un intervallo di settima minore.
- MI, terza nota dell’accordo e il RE nona dell’accordo ho un intervallo di settima minore
- SOL, quinta nota dell’accordo e FA# ho un intervallo di settima maggiore
- MI, terza dell’accordo e FA# ho un intervallo di nona maggiore
Scrivendo un accordo di C7 (#11), le note dell’accordo saranno
DO – MI – SOL – SIb – RE – FA#
dove il RE e il FA# sono all’ottava superiore rispetto alle note dell’accordo.
Perché, quindi, sono così importanti le tensioni armoniche nell’arrangiamento?
Creando un effetto di dissonanza, le tensioni armoniche creano nell’orecchio dell’ascoltatore un certo interesse che genera ovviamente un senso di novità e stupore ma anche, passami il termine, un certo fastidio.
Sappiamo bene, infatti, che per la legge degli armonici, più ci allontaniamo dalle note vicine ai primi armonici, più percepiamo un senso di instabilità che va a cercare una risoluzione, un momento di tranquillità per il nostro orecchio.
E’ chiaro partendo da questo principio e dal fatto che le tensioni armoniche sono di fatto delle dissonanze, dobbiamo trattarle come tali.
Le tensioni armoniche nella melodia
Sulle funzioni delle tensioni armoniche in riferimento ad una melodia, dobbiamo innanzitutto fare una distinzione.
Sia nel linguaggio classico che in quello moderno esistono le tensioni armoniche, solo che nel prima caso si chiamano solitamente appoggiature o ritardi ma di fatto sono la stessa identica cosa.
Nell’armonia moderna, invece, le chiamiamo 9, 11, 13, ma di fatto sono la stessa cosa.
Per tale ragione, se nell’arrangiare una melodia abbiamo una undicesima che risolve su una terza, mentre nella musica moderna parliamo di tensione armonica di 11, nella musica classica parliamo semplicemente di un ritardo della terza.
Proprio per questi principi, le tensioni armoniche vanno trattate esattamente, così come nel caso della settima, con le stesse regole dell’armonia tradizionale.
Di fatto, quando ci si trova di fronte ad una sensibile, bisogna trattarla esattamente come accade nel mondo classico.
Questa è una buona regola da rispettare ma non è ovviamente l’unica.
Le tensioni armoniche disponibili sui vari tipi di accordo
In base alla tipologia di accordo troviamo delle tensioni precise che vi corrispondono.
Prenderò come esempio una accordo Major7, quindi con la settima maggiore.
L’accordo Major7, ad esempio, ha come tensioni:
- 9 – posta a un tono di distanza dalla fondamentale ma un’ottava sopra
- #11 – posta a un tono di distanza dalla terza ma un’ottava sopra
- 13 – posta a un tono di distanza dalla quinta ma un’ottava sopra
Delle tensioni armoniche ne ho parlato in maniera approfondita nel mio video corso su come arrangiare una canzone.
Il M° Stefano Fonzi ha lavorato come musicista per dieci anni con il M° Ennio Morricone. Ha orchestrato e composto per alcune tra le più prestigiose orchestre al mondo come la London Symphony Orchestra e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Compositore di musica per la RAI da oltre quindici anni sono sue molte delle musiche per trasmissioni e documentari. Collabora da oltre vent’anni come arrangiatore con artisti di fama internazionale tra cui Dee Dee Bridgewater, Renato Zero, Gino Paoli, Nina Zilli, Red Canzian dei Pooh, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso e molti altri. Diplomato in percussioni al conservatorio di Santa Cecilia a Roma ha successivamente seguito i corsi di musica da film presso il Berklee College of Music di Boston.
Wikipedia: Stefano Fonzi