Ian Paice è lo storico batterista della band inglese Deep Purple,di cui è entrato a far parte nel 1968 a soli 19 anni.

ian paice

L’anima dei Deep Purple.

I Deep Purple come i Led Zeppelin e Black Sabbath, sono considerati fra i principali gruppi del genere Hard Rock / Rock progressive e tra gli anticipatori dell’Heavy Metal. La band, conosciuta per il virtuosismo tecnico dei suoi componenti, ha venduto oltre 100 milioni di dischi nel mondo. Ian ha dimostrato all’interno del gruppo rock inglese tutta la sua creatività, è stato un eccellente interprete riconoscibile dai suoi lunghissimi assolo. I Deep Purple, naturalmente, conquistarono notorietà di massa, fortuna e gloria in tutto il mondo, guidati da un batterista di spessore e dotato di una tecnica velocissima.

Uno stile unico.

Paice ha uno stile particolare, unico, il suo rock risente delle influenze del jazz e da molti critici musicali è considerato uno dei migliori batteristi rock di sempre. Comincia ad appassionarsi alla musica suonando, da giovanissimo, per un’orchestra che si esibiva in maniera stabile nella sala da ballo del padre. Successivamente si unisce alla band locale Georgie and the Rave-Ons, e poi al gruppo Maze fondato dal cantante Rod Evans. Nel 1968 fu proprio Rod Evans, cantante del gruppo, a volerlo nei Deep Purple.  Paice, batterista mancino, è il solo componente del complesso ad avere militato in tutte le varie fasi di scioglimento e poi di nuove unioni della band britannica.

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Le collaborazioni con altre band.

Ma i Deep Purple durano poco meno di un decennio e così Ian decide di fondare con Jon Lord i Paice Ashton Lord, band ha registrato un solo disco in studio. Nel 1979, dopo avere brevemente considerato di entrare nei Gillan, Ian sceglie di integrare i Whitesnake, dove ritrova Lord e Coverdale e anche Bernie Marsden, in tempo per il tour successivo alla registrazione di Love Hunter. Con i Whitesnake, Paice registra tre album in studio e un live, oltre a comparire nei due dischi da solista di Marsden.

La carriera come turnista.

Quando Coverdale mette in pausa la band, nel 1982, Paice entra nel gruppo del chitarrista irlandese Gary Moore, dove militerà fino alla riformazione del 1984 dei Deep Purple. Ian Paice viene apprezzato da tanti grandi musicisti infatti negli anni come solista ha collaborato con Paul McCartney in occasione dell’album Run Devil Run pubblicato nel 1999 e nel DVD Live at the Cavern Club dove era presente anche il chitarrista David Gilmour,  poi con il cantante Doug Yule in occasione dell’ultimo lavoro in studio dei Velvet Underground, Squeeze nel 1973.

Gli straordinari “assolo” alla batteria.

Fra i momenti più rappresentativi del suo stile non va dimenticata la prestazione resa nel live Made in Japan dei Deep Purple dove, rifacendosi ad una prassi già introdotta al grande pubblico rock da batteristi come Ginger Baker o Keith Moon, si è esibito in un assolo di diversi minuti all’interno del brano The Mule. Nel 2002 è uscito un DVD documentario dal titolo Ian Paice on the Drums.

Gli strumenti del mestiere.

Dagli anni duemila, Ian Paice è solito effettuare alcuni mini tour da solista con l’accompagnamento di musicisti locali, con i quali esegue principalmente canzoni dei Deep Purple. Noto soprattutto per il suo lavoro con i Deep Purple, Ian si è dimostrato un percussionista di primaria importanza. Come John Bonham, Ian Paice non ha mai usato una doppia cassa, e nell’heavy rock ha rappresentato il classico esempio dell’efficienza del percussionista che sa, quando si presenta il momento giusto, abbandonare il campo. Ian per anni usò batterie Ludwig, per poi cambiarle con le giapponesi Pearl.

L’uomo metronomo.

Paice è diventato ben presto l’idolo di molti giovani musicisti che intraprendevano la carriera da batterista. E’ considerato un metronomo per la sua tecnica di esecuzione perfetta, senza sbavature. Ha regalato sempre una musica adrenalinica, potente, espressiva all’estremo. Il batterista inglese è spesso ricordato e celebrato per il suo assolo di oltre sei minuti nel brano

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The Mule dall’album live Made in Japan dei Deep Purple nella formazione Mark II,del 1972. Questo assolo resta scolpito nelle piste di registrazione come uno dei migliori della storia del Rock, assieme a quelli del compianto John “Bonzo” Bonham dei Led Zeppelin e agli altri di Ginger Baker dei Cream. Paice ha suonato con molti altri grandi della musica come il chitarrista dei Beatles George Harrison e il sassofonista Eddie Harris.

Il batterista mancino.

Per Paice essere un mancino è considerato un vantaggio per tante ragioni: se si è mancini e si vuole imparare a suonare qualcosa da qualcun altro si può suonare semplicemente di fronte ad uno specchio. Sono nati molti gruppi di seguaci di Ian Paice, alcuni dei quali prendono appunti mentre il musicista suona. E’ difficile che non venga ricordata una esibizione di Ian perché il suo modo di esibirsi è unico ed irripetibile.

Il sound che trasmette emozioni.

Cosi come accade per il chitarrista Eric Clapton e il suo stile slowhand, per le esibizioni di  Jimi Hendrix perché aveva quel particolare sound, per il batterista Steve Gadd, solo per citarne alcuni, Ian paice ha più volte dichiarato che la batteria non è uno strumento personale ma uno strumento di trasmissione delle emozioni. Quindi se si riesce a trasmettere quella che è la personalità di ogni musicista,  se si riesce a passare attraverso ciò che si è creato e questo piace alle persone, di conseguenza si crea un legame tra il musicista e loro. Per queste emozioni e sensazioni, secondo Paice, il batterista sarà ricordato.

Corrispondenza di sensazioni e sentimenti.

Una volta che si realizza che si sta facendo qualcosa di giusto, non deve per forza essere qualcosa di musicalmente corretto, deve essere qualcosa di artisticamente corretto. Se si suona con emozione e sentimento e si trasmettono queste sensazioni a chi ascolta si instaura una conversazione, non attraverso gli occhi o la bocca, ma tra i cervelli. Ecco come la musica deve lavorare secondo Paice.

La comprensione del ritmo.

Il ritmo soprattutto per chi suona la batteria, è una cosa primordiale, nato da prima che l’uomo imparasse a camminare in posizione eretta. Prima delle note e delle melodie c’era il ritmo. Se si riesce a comunicare quel ritmo significa che il batterista sta comunicando con l’ascoltatore. Ci possono essere due batteristi con la stessa batteria che suonano la stessa musica ma uno può annoiare e l’altro può entusiasmare, questo è il concetto di magia del suono. Parola di Ian Paice.

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