Se si ha la necessità di aumentare la qualità delle produzioni o chiedere un compenso a potenziali clienti è necessario essere in grado di lavorare con una strumentazione adatta sia a livello di hardware che di software. Mettere su uno studio semi professionale può essere una cosa difficile senza l’ausilio di alcuni tool specifici.

studio di registrazione

La strumentazione necessaria.

Di seguito ecco mostrato l’elenco per un equipaggiamento necessario all’upgrade:

Supporto Rack, Distributore di Rete, Preamp Microfonico, Amplificatore per Cuffie, Sistema di Gestione delle Monitor, Strumenti Virtuali, Controller MIDI, Controller Audio, Software/Plugin, Direct Box. Di seguito vi mostriamo il video dello studio di registrazione del famoso compositore Hans Zimmer. Ma solo per la delizia degli occhi.

Supporti per Rack da Studio.

L’evoluzione del vostro home studio non può prescindere dalla creazione di una vera rack da studio. È un passo necessario per poter registrare simultaneamente un maggior numero di tracce rispetto a quanto possibile con la strumentazione da tavolo. Infatti, se si vuole di registrare delle band si avrà bisogno di molti canali. La cosa migliore di un “sistema rack” è che permette di personalizzare secondo le proprie esigenze la strumentazione e i relativi settaggi. In questo modo avrete sempre esattamente ciò che vi serve. Il setup di ogni rack è unico, in quanto rispecchia le esigenze e le preferenze del singolo utilizzatore. Ma c’è una cosa che virtualmente le accomuna tutte, ossia la presenza di un distributore/filtro di rete. Questo elemento è immancabile perché, piuttosto che avere i singoli cavi di alimentazione penzolanti da ciascuna unità. Con un distributore di rete tutta l’alimentazione della rack passa attraverso un singolo cavo.

Il preamp microfonico.

E’ quindi necessario aggiungere un preamp microfonico multi-canale al setup. Oltre che i preamp multi-canale, esistono anche dei preamp microfonici singoli, spesso utilizzati per la voce o in tracce particolarmente importanti all’interno di un mix. Al momento di acquistare un preamp microfonico multi-canale, ci sei deve assicurare che la interfaccia audio abbia un numero di ingressi sufficiente ad accogliere i canali extra. Poi bisogna pensare ai canali in USCITA, ovvero gli “output”. Quando si lavora con più musicisti contemporaneamente solitamente è necessario dare a ciascuno di essi la possibilità di monitorare la propria performance in tempo reale.

Preamp per cuffie.

Dato che la maggior parte delle interfacce audio hanno solo 1-2 uscite per cuffie si deve avere un amplificatore per cuffie per averne a disposizione un numero maggiore. Tipicamente, gli ampli per cuffie hanno un numero di uscite stereo variabile da 4 a 8. I migliori possono inviare tracce multiple ai mixer personali di ciascun musicista, permettendogli di controllare individualmente ciò che andranno ad ascoltare, senza interferire con l’ascolto degli altri musicisti. Negli studi che hanno in dotazione questo genere di equipaggiamento, l’intero processo di registrazione è molto più semplice per tutti.

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Monitor da studio.

La prossima cosa di cui ci si dovrà occupare sarà aggiungere delle altre uscite dedicate all’utilizzo delle monitor da studio. Spesso nei migliori studi di registrazione, gli ingegneri del suono hanno bisogno di confrontare come i loro mix suonino quando riprodotti da dispositivi diversi. In questo modo, quando quanto prodotto verrà ascoltato attraverso “normali” casse acustiche Possono stare tranquilli sul fatto che suonerà bene come in studio. A questo scopo viene utilizzato un sistema di gestione delle monitor Il quale permette ai fonici di selezionare o deselezionare ciascuna monitor tramite un semplice pulsante.

Gli strumenti virtuali, le cosidette “libraries”.

Come ben si sa non sempre è possibile avere tanti strumenti per registrare nè tantomeno delle orchestre vere a disposizione. Questo per molti è praticamente impossibile. L’home recording è già abbastanza costoso senza andare ad acquistare dozzine di strumenti diversi. La soluzione a questo problema è naturalmente l’utilizzo di strumenti virtuali di orschestre virtuali racchiuse in un software di virtual instruments. Con un solo software si avrà accesso a centinaia di strumenti, e tutto spendendo meno di quanto avreste pagato per un singolo strumento “reale”. Certamente non è la soluzione ideale per tutti gli strumenti (ad esempio la chitarra), ma con alcuni altri il suono prodotto è sorprendentemente realistico (ad esempio con piano e batteria).

Le DAW – Digital Audio Workstation.

Il problema principale degli strumenti virtuali è che è estremamente problematico suonarli avvalendosi solo della tastiera del computer e del mouse. Non solo è poco divertente, ma… Ci vuole una vita per programmare anche una semplice melodia, e il feeling con lo strumento è minimo, riflettendosi nella qualità della performance. Le aziende migliori a livello mondiali sono, ad esempio, native instruments e spitfire audio.

Oggi praticamente tutte le DAW offrono un pacchetto di plugin gratuiti al loro interno e per la maggior parte non sono nemmeno male. Ad ogni modo, gli ingegneri del suono più quotati spendono migliaia di dollari per i plugin premium Che naturalmente sono migliori  rispetto a quelli gratuiti. I principianti commettono spesso l’errore di credere che questo genere di plugin sia una sorta di “pillola magica” capace di risolvere tutti i loro problemi.

Controller midi.

Il motivo è che manca quel tocco espressivo che solo il contatto “fisico” con lo strumento può dare. E a questo punto entrano in gioco i controller MIDI. Anche se non sono perfetti, permettono comunque di aggiungere un certo grado di espressività alla performance, avendo qualcosa di reale da toccare con le proprie mani. L’immagine stereotipata che ci attira nel mondo dell’home recording è più o meno sempre la stessa, la visione di noi in cabina di regia. Raffinando l’ultimo capolavoro su un mixer analogico enorme, nel nostro studio da un milione di dollari. Naturalmente, non passa poi molto tempo prima di scoprire che il mondo dell’home recording è in realtà molto meno glamour. Ad esempio, il mixaggio è fatto perlopiù attraverso la tastiera del computer e il mouse. E ad essere onesti… non è proprio il massimo. Rallenta lo svolgimento del lavoro e rende molto più complicato applicare le tecniche di mixing più avanzate, come ad esempio le automazioni. La soluzione a questo problema è l’adozione di un controller audio, in pratica un controller MIDI progettato per imitare l’aspetto e il feeling dei mixer analogici tipici dei decenni passati.

Passione “analogico”.

Molto prima che il mixaggio fosse fatto con i plugin software, strumenti comuni come un EQ oppure un compressore esistevano solo in versione stand-alone da montare su una rack. Oggi, molte di quelle unità costano molte migliaia di euro, e offrono solo 1 o 2 canali. Per nostra fortuna, viviamo in un’era nella quale le “versioni digitali” di questi strumenti rendono il nostro lavoro più semplice e economico Molti dei migliori studios al mondo si affidano ancora principalmente alla strumentazione analogica per svolgere il loro lavoro. Questo perché secondo le orecchie più raffinate che si possono trovare nel settore, la strumentazione analogica suona comunque meglio di qualsiasi corrispettivo plugin.

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