Metodo Suzuki | Le origini
Nel 1930, Shinichi Suzuki decide di lasciare il Giappone per andare in Germania ed inizialmente aveva dato come spiegazione al suo viaggio il voler studiare il violino con Karl Klinger, un importante insegnante di quello strumento. In realtà la vera motivazione sta nel voler scoprire e studiare il vero significato dell’arte in Europa di quel periodo.
Fu proprio il contatto diretto con la cultura europea, e la conoscenza di altri metodi come quello Montessoriano,che lo aiutò a sviluppare il suo metodo per l’apprendimento musicale denominato appunto Metodo Suzuki.
Il repertorio di questo metodo si rifà alla tradizione compostiva europea, in particolar modo di Paesi come l’Italia, la Francia e la Germania e nei suoi libri il Maestro Suzuki evidenzia l’importanza dell’imitazione dei suoni per gli inizi di una buona esecuzione musicale.
Shinichi muore nel 1998, a 99 anni, lasciando dietro di sé un’eredità fondamentale per lo studio e l’apprendimento della musica e della sua esecuzione strumentale.
Metodo Suzuki: come funziona
Il Metodo Suzuki nasce nella prima metà del XX secolo.
Coloro che seguono questo metodo sono aiutati nello sviluppo non solo dell’aspetto artistico, ma anche del carattere stesso della persona, (spesso sono bambini che iniziano da i 3 anni).
Base fondamentale del Metodo è l’imitazione: Shinichi Suzuki era convinto, infatti, che come si insegnava a parlare ad un bambino, allo stesso modo gli si potesse insegnare a suonare, facendogli risultare familiari determinate melodie e ritmi così da rendere più semplice il processo di memorizzazione e ripetizione dei suoni stessi.
In questo modo la musica diventerà parte fondamentale nella quotidianità del bambino, aiutandolo così a sviluppare non solo la musicalità, ma anche il carattere e le buone maniere.
Questo metodo venne chiamato dallo stesso Maestro “Della lingua madre”.
Oltre a tutto ciò il bambino viene anche inserito, all’inizio in gruppi di ritmica e, dopo, nelle orchestre così che, con il continuo confronto rispetto ai suoi compagni, possa sviluppare al massimo il suo io riuscendo comunque a stare con gli altri.
L’obiettivo massimo per i bambini del Metodo Suzuki è l’ingresso nell’Orchestra: per far si che ciò avvenga bambini, insegnanti e genitori si applicano con il massimo dell’impegno per far si che si seguano con successo tutti i livelli di preparazione del metodo.
Metodo Suzuki: i livelli e le età
L’approccio del metodo ha la sua maggiore efficacia se applicato ai bambini con un’età compresa tra gli 0 e i 6 anni.
Per questa fascia d’età le lezioni sono programmate una volta a settimana ed hanno una durata di circa mezz’ora, sono individuali e gli strumenti utilizzati sono rapportati alla fisicità del bambino.
I bambini dai 3 ai 4 anni entrano nel secondo anno di studio del percorso ed in questo caso si aggiunge anche la lezione d’orchestra.
Verso i 6-7 anni i bambini cominciano ad utilizzare gli spartiti e quidni a suonare pezzi già abbastanza complicati.
Verso gli 8-9 anni la durata delle lezioni comincia ad aumentare e gli strumenti utilizzati diventano man mano quelli di misura standard.
Verso i 9-10 anni i genitori diventano sempre più assenti nelle classi, finché i bambini non fanno lezione da soli.
Metodo Suzuki o Metodo tradizionale
Ora vediamo insieme quali sono le principali differenze tra il Metodo Suzuki ed il Metodo Tradizionale:
- Nel Metodo Tradizionale vengono selezionati i bambini con talento, il Metodo Suzuki cerca di sviluppare il talento di ogni bambino.
- Nel Metodo Tradizionale i bambini iniziano il loro percorso nello studio della musica intorno ai 9-10 anni, nel Metodo Suzuki iniziano tra i 3 e i 4 anni.
- Nel Metodo Tradizionale non è prevista la partecipazione dei genitori, nel Metodo Suzuki la famiglia è fondamentale ed è posta al centro metodo stesso.
- Nel Metodo Tradizionale gli strumenti utilizzati hanno misure standard, nel Metodo Suzuki gli strumenti sono scelti in base al corpo del bambino.
- Nel Metodo Tradizionale prima si legge e poi si suona, nel Metodo Suzuki prima si suona e poi si pensa alla lettura.
- Nel Metodo Tradizionale innanzi tutto si suona e poi, successivamente, si ascolta, nel Metodo Suzuki è di primaria importanza l’ascolto e solo dopo si inizia a suonare.
- Nel Metodo Tradizionale ha grande rilievo la tecnica, nel Metodo Suzuki la tecnica viene considerata in un secondo momento.
- Nel Metodo Tradizionale l’obiettivo primario è l’istruzione musicale, nel Metodo Suzuki l’obiettivo è l’educazione globale.
- Nel Metodo Tradizionale sono sottolineati soprattutto i risultati, nel Metodo Suzuki vengono sottolineate le MODALITA’ con cui si ottengono i suddetti risultati.
Istituto Suzuki Italiano
Ti ho già parlato dei vari metodi di insegnamento musicale, del Metodo Montessori e del Metodo Gordon. Ti invito a fare un confronto approfondito e magari, se vuoi, a dire la tua sull’applicazione e i benefici reali dei vari metodi.
Il M° Stefano Fonzi ha lavorato come musicista per dieci anni con il M° Ennio Morricone. Ha orchestrato e composto per alcune tra le più prestigiose orchestre al mondo come la London Symphony Orchestra e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Compositore di musica per la RAI da oltre quindici anni sono sue molte delle musiche per trasmissioni e documentari. Collabora da oltre vent’anni come arrangiatore con artisti di fama internazionale tra cui Dee Dee Bridgewater, Renato Zero, Gino Paoli, Nina Zilli, Red Canzian dei Pooh, Paolo Fresu, Fabrizio Bosso e molti altri. Diplomato in percussioni al conservatorio di Santa Cecilia a Roma ha successivamente seguito i corsi di musica da film presso il Berklee College of Music di Boston.
Wikipedia: Stefano Fonzi